giovedì 17 maggio 2012

La riabilitazione nella Sclerosi multipla

La riabilitazione per la sclerosi multipla deve prevedere un approccio multidisciplinare, a causa della grande varietà di sintomi che presenta.


La sclerosi multipla colpisce il sistema nervoso centrale e i sintomi sono diversi sia da paziente a paziente, in base all’area danneggiata, sia in uno stesso caso, si alternano, infatti, periodi di remissione a periodi in cui la malattia è più aggressiva.
Riabilitazione sclerosi multipla

La sclerosi multipla è una malattia spesso progressivamente invalidante, già tra i primi sintomi si possono avere problemi di equilibrio, di coordinazione, intorpidimenti e perdita di forza muscolare (soprattutto negli arti). Il malato di Sclerosi Multipla dovrà quindi sottoporsi a sedute di riabilitazione, che hanno come obiettivo quello di ridurre le eventuali forme di disabilità, che si presentano nel decorso della malattia, oltre che quello di prevenire le possibili successive complicanze.

La riabilitazione per la sclerosi multipla deve assumere un approccio interdisciplinare e coinvolgere figure professionali eterogenee (come il fisioterapista,il neurologo, il logopedista, lo psicologo, l’oculista, il neuropsicologo…), a causa della varietà dei sintomi che possono presentarsi nel decorso della malattia. La grande variabilità di quadri clinico-funzionali, sia tra i pazienti sia in un singolo caso, comportano, infatti, una terapia diversa, personalizzata e mirata al singolo individuo. Fondamentale è fare una corretta valutazione dello stato di avanzamento della malattia nel paziente, così da individuare le difficoltà e le problematiche comparse e procedere con un programma riabilitativo ad hoc.

La riabilitazione per la sclerosi multipla può essere anche “cognitiva”, con terapie basate su specifici programmi che trattano i tessuti neuropsicologici danneggiati nei casi di sclerosi multipla recidivante-remittente, per migliorare le prestazioni dei pazienti. La malattia, infatti, colpisce il cervello e il midollo spinale, danneggiando la mielina che circonda e protegge le cellule nervose e interrompendo così l’impulso nervoso (il messaggio) che dal cervello deve raggiungere le altre parti del corpo. Una riabilitazione cognitiva può, quindi, portare al mantenimento, ma anche a un miglioramento e al recupero delle funzioni celebrali.